In energetica la grid parity è il punto in cui l'energia elettrica prodotta per mezzo di impianti alimentati a fonti energetiche rinnovabili ha lo stesso prezzo dell'energia prodotta tramite fonti energetiche convenzionali cioè le fonti fossili, o fonti energetiche alternative come il nucleare.
Molti fautori del solare predicono che la grid parity si verificherà nel futuro prossimo, grazie alla diminuzione quasi continua del prezzo del kWp del fotovoltaico.
Nel 2010 il dipartimento dell'energia degli U.S.A. United States Department of Energy ha predetto che il costo totale dell'energia elettrica di fonte fotovoltaica dovrebbe essere di circa 40 ¢(US)/kWh nel 2016.[1]
La Grid parity è già stata raggiunta nelle Hawaii ed in altre isole che altrimenti usano combustibile fossile (diesel) per produrre elettricità.
L'ingegnere capo della General Electric prevede la grid parity senza sussidi in zone soleggiate degli U.S.A. circa per il 2015. Altri l'aspettano prima:[2] Il costo dell'energia elettrica di fonte solare sarà al di sotto della grid parity per oltre la metà degli utenti residenziali e il 10% delle utenze commerciali nell'OECD (OCSE), se il prezzo dell'elettricità di rete non calerà nel 2010.
In Italia secondo uno studio del dipartimento di Ingegneria elettrica dell'Università di Padova, fu raggiunta la “grid parity” nel 2013: il prezzo del chilowattora per autoconsumo prodotto con pannelli fotovoltaici è uguale a quello dell'energia acquistabile dalla rete elettrica.[3]
In uno studio realizzato da Intellienergia Spin-off Università degli Studi di Roma Tor Vergata, sono state introdotte le definizioni di Osservabilità (competitività in termini di costo di generazione del kWh rinnovabile), e Raggiungibilità (competitività in termini di redditività dell'investimento) associate alla Grid-Parity fotovoltaica, concetto che nel tempo è andato evolvendosi. [4].
Affermare che un impianto fotovoltaico è esercito in Grid-Parity, nella terminologia tecnica in uso (dicembre 2012), può anche significare la produzione di energia elettrica senza incentivi in conto energia, con remunerazione economica per la quota parte di energia scambiata con la rete in regime di Ritiro Dedicato o Scambio sul posto, e mancato costo di acquisto dell'energia elettrica per la quota autoconsumata. I due regimi commerciali citati prevedono modalità di esercizio zonali (residenziali, commerciali, industriali, multimegawatt), in autoconsumo totale o ibrida tra le due, in ragione della classe di potenza impiantistica kWp, e del profilo energivoro del cliente produttore, soggetto responsabile dell'impianto fotovoltaico.
All'esercizio in Grid-Parity è associato un costo di generazione del kWh fotovoltaico (Levelised Energy Cost), ma anche un Tasso interno di rendimento dell'investimento nella realizzazione impiantistica che deve essere confrontato con valori benchmark del TIR, per valutare se rischiare l'investimento (Condizione di Raggiungibilità della Grid-Parity).
Se la produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica viene realizzata in assenza di incentivi, e senza autoconsumo, si introduce il concetto di Market-Parity o Generation-Parity[5]. Nella pratica, la Market-Parity indica la produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica in assenza di incentivi, realizzata per mezzo di centrali fotovoltaiche multimegawatt, la cui valorizzazione economica è rappresentata dal valore dell’energia elettrica sulla borsa elettrica GME. Essa indica, dunque, il Trade-Off tra il costo di generazione del kWh fotovoltaico LCOE (Levelized Cost of Energy) e il prezzo dell’energia elettrica sul mercato elettrico. L’energia prodotta viene iniettata in rete e ritirata commercialmente in modalità di ritiro indiretto (Ritiro dedicato RiD) dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), valorizzata, dunque, al prezzo zonale orario. In alternativa l’energia prodotta viene venduta in modalità diretta sul mercato dell’energia elettrica GME (borsa elettrica) o acquistata da un trader per mezzo di contratti solitamente di natura biennale a prezzo fisso (nel 2017 nell’intorno dei 48 €/MWh)[6].
Uno studio realizzato dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano afferma che "solitamente con l'espressione grid parity si fa riferimento alla parità fra costo di produzione dell'energia elettrica da impianto fotovoltaico e costo di acquisto dell'energia dalla rete. Tuttavia si considera raggiunta la grid parity quando l'investimento in un impianto fotovoltaico è economicamente conveniente, in termini di rendimento dell'investimento, anche in assenza di incentivi. La grid parity per il fotovoltaico in Italia è un traguardo alla portata, ovviamente con notevoli differenze nella convenienza dell'investimento, dovute alla tipologia di impianto, alla sua localizzazione ed all'uso fatto dell'energia che produce." [7]